IL 2012 SI APRE CON RINCARI E AUMENTI A RAFFICA

Luce, gas e autostrade: stangata per le famiglie.

Raffica di aumenti, mentre calo il potere d’acquisto. Per le famiglie un peso di oltre 2.000 euro all’anno Mentre l’Istat ci dice che il potere d’acquisto delle famiglie italiane nel terzo trimestre del 2011 è sceso, per il nuovo anno ci aspetta una valanga di rincari sui beni essenziali come luce, gas e benzina. Infatti secondo l’osservatorio nazionale Federconsumatori, ciascuna famiglia nel 2012 spenderà almeno 2.103 euro in più: quasi la metà dei consumi alimentari di un intero anno. La stangata più pesante toccherà ai cittadini di Milano e Roma, dove la spesa inciderà per 1.200 euro. Mentre costerà di più mangiare a Bologna, dove sono attesi rincari di 300 euro all’anno per i beni alimentari. Vediamo quali sono i rincari attesi, voce per voce nel 2012. Autostrade. Dall’1 gennaio adeguamenti che, sulla rete di Autostrade per l’Italia, sono pari al 3,51%. Nel dettaglio, è previsto un adeguamento tariffario del 5,97% per la Società Traforo del Monte Bianco, +0,31% per le Autostrade Meridionali, +3,49% per la Tangenziale di Napoli, +1,47% per l’Autostrada Torino-Savona, e +14,17% per il Raccordo Autostradale Valle d’Aosta. Per quanto riguarda luce e gas, invece, l’Authority per l’energia ha annunciato che le tariffe dell’elettricità saliranno del 4,9%, mentre quelle del gas cresceranno del 2,7% a causa dei ”persistenti rialzi delle quotazioni petrolifere e, per l’energia elettrica, anche gli incentivi alle fonti rinnovabili e i connessi costi per adeguare i sistemi a rete al nuovo scenario di produzione decentrata e intermittente”. Per l’energia elettrica, la famiglia tipo spenderà quindi 22 euro all’anno; mentre, per il gas, a causa degli aumenti delle quotazioni del petrolio, la maggiore spesa sarà di 32 euro: rispetto al 2010, il prezzo medio annuale del greggio ha registrato un incremento del 40% in dollari.

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CODACONS VDA CONDIVIDE LE SCELTE DEI CITTADINI-REFENDARI

Gestione e smaltimento rifiuti. Il Codacons VdA condivide le scelte operate dai cittadini-referendari ed esprime preoccupazione per le scelte effettuate dall’Amministrazione Regionale.
La Regione Valle d’Aosta ha sbagliato approccio al tema rifiuti. Era, infatti, indispensabile un confronto aperto e partecipato di tutti i soggetti coinvolti, mentre non è stato dato avvio ad alcun processo partecipativo. Le scelte adottate nell’ultimo quinquennio non hanno garantito il rispetto delle indicazioni legislative e la mancata raccolta dell’organico, il mancato avvio della raccolta porta a porta e del compostaggio collettivo rischiano di avere ripercussioni sulle bollette future. Per il Codacons VdA tenuto conto del livello quantitativo dei rifiuti prodotti, era opportuno prendere in considerazione la strada più economica e consentire l’invio del materiale residuo (CDR) fuori Valle.
Lo scenario “Valle d’Aosta virtuosa – zero waste” (con raccolta separata della frazione organica) presentato oltre due anni or sono, prevedeva un costo di tre o quattro volte inferiore e anche la sola introduzione del “Metodo di Riciclo Vedelago” (pre-selezione ed estrusione del materiale residiuo) avrebbe consentito di ottimizzare la raccolta differenziata e diminuire il materiale da avviare in discarica, con risparmio di volumi e di soldi per i cittadini.
La decisione assunta, da ultimo, da Asso Consum (associazione non  riconosciuta, fino ad oggi, a livello regionale) di adire il Tar sul
quesito referendario appare avulsa e fuori contesto, anche perché il quesito risulta regolarmente ammesso dagli esperti costituzionalisti nominati dalla Presidenza del Consiglio Regionale. Il Codacons VdA ritiene fortemente auspicabile il rigetto da parte del Tar dell’impugnativa, e la contrasterà in tutti i modi possibili.
Il Codacons VdA ritiene importante che i cittadini si pronuncino sul quesito che appare estremamente chiaro: “In considerazione delle ridotte dimensioni territoriali della regione e dei limitati quantitativi di rifiuti prodotti e al fine di tutelare la salute e di perseguire criteri di economicità, efficienza ed efficacia, nel ciclo integrato dei rifiuti solidi urbani e dei rifiuti speciali non pericolosi, non si realizzano né si utilizzano sul territorio regionale impianti di trattamento a caldo quali incenerimento, termovalorizzazione, pirolisi o gassificazione.”