Le evidenze scientifiche accumulate nel corso degli ultimi 50 anni sono concordi nel considerare la condizione di “stress ossidativo” come un importante fattore di rischio per la salute ; questo stress ( chimico e non nervoso ) consiste nello squilibrio tra la generazione nell’organismo e l’eliminazione, da parte dei sistemi di difesa antiossidante , dei cosiddetti “radicali liberi” presenti all’interno delle cellule e/o circolanti nel sangue
Questa situazione di squilibrio metabolico infatti risulta associata non solo all’invecchiamento delle cellule e dell’organismo, ma anche ad una serie di patologie, spesso croniche, ad elevato impatto sanitario e sociale, come le malattie cardiovascolari, i disordini neuro-degenerativi, le alterazioni del metabolismo e numerose neoplasie ( oggi si ritiene che oltre 200 patologie siano correlate a questo fattore di rischio ).
Purtroppo, al contrario delle comuni patologie, lo stress ossidativo non esibisce una propria sintomatologia e non dà luogo ad un quadro clinico caratteristico, per cui può essere messo in evidenza solo attraverso esami biochimici specifici che sono in grado di evidenziare l’eccessiva produzione di radicali liberi e il deficit dei sistemi di difesa antiossidante.
Tra i test attualmente disponibili su prelievo di sangue, il d-ROMs test (determinazione della capacità ossidante totale) ed il BAP test (determinazione del potenziale biologico antiossidante), si sono affermati sia nel nostro che in altri Paesi, europei ed extraeuropei, non solo per le loro eccellenti performance analitiche (sensibilità, specificità, ripetibilità, etc.) ma anche per la loro semplicità di esecuzione, anche con l’impiego di semplici strumentazioni analitiche portatili.
Il rapido incremento negli ultimi quattro decenni, delle cosiddette “patologie del benessere”, quali, ad esempio, l’ipertensione, l’aterosclerosi, il diabete e l’obesità, complice anche l’allungamento della vita media, rende quasi indispensabile l’impiego della valutazione routinaria dello stress ossidativo, che a tali patologie risulta associato, al fine di ridurre la morbilità e la mortalità legate all’aumento della produzione di radicali liberi. Grazie a questo approccio, infatti, è possibile stabilire con esattezza se una persona soffre di stress ossidativo e, in caso affermativo, accertare se la condizione rilevata dipende da un aumento del livello di agenti ossidanti e/o da una riduzione del livello di antiossidanti. In questo modo il medico, può sottoporre a trattamento solo i soggetti realmente affetti da squilibri del bilancio ossidativo, che usufruiranno di tutti i vantaggi legati alla prevenzione della malattie associate allo stress ossidativo stesso; nel contempo, l’uso dei suddetti test può contribuire non poco a contenere gli sprechi di risorse ed i rischi per la salute legati ad un’assunzione immotivata di antiossidanti ( per es. in alcune circostanze legate alla pratica sportiva )
E’ possibile oggi conoscere questo fattore emergente di rischio per la salute e indicare alle persone interessate al proprio benessere delle modalità molto semplici per tenerlo sotto controllo, ricorrendo, ad esempio, ad un’alimentazione adeguata , ad un’attività fisica moderata, e, quando indicato, ad un’opportuna integrazione alimentare con sostanze antiossidanti.
Importanti obiettivi di salute e di benessere generale possono così essere raggiunti proprio attraverso la conoscenza dell’esistenza di tecniche di valutazione del bilancio ossidativo dell’organismo e attraverso l’informazione sugli approcci, terapeutici e anche di altra natura, che sono attualmente disponibili per gestire situazioni di squilibrio tra specie ossidanti e antiossidanti.