Rendimento energetico degli edifici, Italia deferita alla Corte di Giustizia UE

L’Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell’UE perché non si è pienamente conformata alla direttiva comunitaria sul rendimento energetico nell’edilizia. Gli edifici sono all’origine di circa il 40% del consumo energetico e del 36% delle emissioni di CO2 nell’Unione Europea e la direttiva 2002/91/CE mira a ridurre in misura significativa il consumo energetico degli edifici, contribuendo alla lotta contro il riscaldamento climatico e a rafforzando la sicurezza energetica dell’UE.

Edifici efficienti dal punto di vista energetico possono consentire alle famiglie di ridurre drasticamente la spesa in bolletta. È quindi fondamentale che gli Stati membri applichino integralmente la normativa, ma la legge italiana non è conforme alle disposizioni relative agli attestati di rendimento energetico. La direttiva prevede che, in fase di costruzione, compravendita o locazione di un edificio, l’attestato di certificazione energetica sia messo a disposizione del proprietario che deve, a sua volta, metterlo a disposizione del futuro acquirente o locatario. Si tratta di un elemento essenziale, che permette di avere un quadro chiaro della qualità dell’edificio sotto il profilo del risparmio energetico e dei relativi costi. Tali attestati e le relative ispezioni devono essere rispettivamente compilati ed eseguite da esperti qualificati e/o accreditati.Attualmente, la direttiva italiana non prevede questo requisito per tutti gli edifici e comprende deroghe all’obbligo di certificazione da parte di un esperto che non sono previste nella direttiva.

Inoltre, le autorità italiane non hanno ancora comunicato le misure di attuazione relative alle ispezioni dei sistemi di condizionamento d’aria. La direttiva prevede ispezioni periodiche che contemplino una valutazione dell’efficienza del sistema e del suo dimensionamento, corredata da raccomandazioni in merito ai possibili miglioramenti.

Il procedimento di infrazione contro l’Italia è stato avviato nel 2006; nonostante diverse lettere di costituzione in mora e pareri motivati inviati alle autorità italiane, la normativa continua a non essere conforme alla direttiva. L’Italia ora rischia una multa.

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Aifa: torna la campagna sul corretto uso degli antibiotici

“Antibiotici? Usali solo quando necessario”. Torna la campagna di comunicazione sul corretto uso degli antibiotici fatta dall’Aifa, Agenzia Italiana del Farmaco, con il patrocinio del Ministero della Salute. Quest’anno la campagna si concentrerà sui canali web e sui social network, Facebook e Twitter, per informare i cittadini sul rischio di usare impropriamente, o di abusare, degli antibiotici quando questi non servono.

L’Aifa ricorda dunque che bisogna ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico che ne accerti l’effettiva utilità; non interrompere mai la terapia prima dei tempi indicati dal medico o, comunque, solo dietro suo consiglio; non assumere antibiotici per curare infezioni virali.

L’Italia è ai primi posti fra i paesi europei per consumo eccessivo e inappropriato di antibiotici, ricorda l’Aifa, e uno dei principali rischi e conseguenze è rappresentato dallo sviluppo dell’antibiotico-resistenza, che espone al rischio di non poter disporre più di alcuna possibilità di cura per le infezioni. Lascheda realizzata dall’Aifa sull’antibiotico-resistenza in Europa e In Italia evidenzia che il fenomeno è in aumento e con esso aumenta il pericolo di non avere cure efficaci anche per infezioni lievi.

Scrive l’Aifa che “i batteri che destano maggiore interesse sono in particolare le Klebsielle pneumoniae (batteri cosidetti Gram negativi) il cui tasso di resistenza agli antibiotici carbapenemi è passato dall’1,4% del 2009 al 16% nel 2010, fino a valori compresi tra il 19 e il 28% nel 2011”. L’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha inoltre messo in guardia contro i rischi della tubercolosi e in particolare della tubercolosi multiresistente (MDR‐TB) che si sta diffondendo a un ritmo crescente anche nel Vecchio Continente. L’Europa, che comprende al suo interno i 9 paesi del mondo con i più alti tassi di resistenza ai farmaci tra i pazienti di nuova diagnosi (fino al 40%), ospita anche i 6 paesi con i più alti tassi al mondo di tubercolosi resistente tra i pazienti affetti da tubercolosi già trattati in precedenza (fino al 70%).

È importante dunque, argomenta l’Aifa, puntare sull’uso razionale degli antibiotici. L’iniziativa negli anni scorsi ha generato “una sensibile riduzione dei consumi di questi farmaci con una conseguente contrazione della spesa farmaceutica, motivo in più per proseguire nel percorso comunicativo già intrapreso”, spiega ancora l’Agenzia del Farmaco, che mette a disposizione il numero verde AIFA             800 57 16 61      , per rispondere alle richieste in merito al corretto uso degli antimicrobici e di tutti i farmaci in generale.