’introduzione dei ticket da 25 euro per il pronto soccorso e da 15 euro per le prestazioni ad alto contenuto tecnologico segnala una chiara sofferenza all’interno della gestione delle risorse pubbliche.
E’ ovvio che trovandosi a decidere tra l’abbassamento del livello qualitativo o la richiesta di un ulteriore sforzo al cittadino, siamo anche disposti a mettere del nostro, ma il problema ha radici più profonde.
E’, invece, importante capire il perché dei tanti accessi al pronto soccorso. Non è certo come vorrebbero farci intendere un capriccio della gente. Sembrerebbe quasi che la popolazione valdostana invece di fare la passeggiata in centro od andare al supermercato si recherebbe in ospedale per una visita in Pronto Soccorso.
Sarebbe importante piuttosto comprendere le motivazioni sottese a questo “eccessivo” afflusso di cittadini al servizio si Pronto Soccorso.
Sicuramente l’innalzamento delle aspettative di vita ha inciso notevolmente, ma la nostra sensazione è che ci sia dell’altro. Due sono, infatti, secondo noi le principali cause:
- un servizio del medico di base assolutamente inadeguato all’era in cui viviamo.
- Un incremento delle patologie gravi.
Concentriamo sul primo punto. Fino a qualche decennio fa il medico di famiglia di recava a fare visite a casa perfino per diagnosticare una banale influenza e con i pochi strumenti a sua disposizione trovava sempre la miglior soluzione, seguiva i suoi pazienti per tutto il corso della loro vita e sporadicamente sollecitava analisi più approfondite da effettuare in ospedale.
Oggi, invece, riuscire ad ottenere una visita con il proprio medico di famiglia è diventata un’impresa! Distrincandosi tra, telefonate, assenze, ed appuntamenti vari, si rischia di essere visti giorni e giorni dopo la manifestazione di effettiva necessità.
Ci si reca, quindi, dal medico di famiglia solo per avere il certificato di malattia da presentare a lavoro, ma per tutto il resto e soprattutto quando si manifestano malesseri si va al pronto soccorso.
Non sono rari gli episodi in cui patologie serie e gravi sono state trascurate proprio per aver inconsapevolmente seguito l’iter del medico di base.
Gli studi associati tra medici anziché essere d’aiuto ai pazienti, sono serviti solamente a diminuire i costi delle strutture caricando, nella maggior parte delle giornate, i pazienti di 3/4 medici su uno solo con tutti i relativi disagi. Come se ciò non fosse sufficiente, i medici di famiglia affrontano il paziente e le sue patologie con gli stessi strumenti di 50 anni fa. Solo pochissimi di loro si sono dotati di strumenti diagnostici come ad esempio l’ecografo, dotazione che eviterebbe certamente l’esagerato afflusso in pronto soccorso.
Di non marginale importanza è anche la seconda considerazione, ossia il considerevole aumento delle patologie gravi, su cui poca informazione viene fatta, specialmente dal punto di vista ambientale, e di stimolo al cambiamento degli stili di vita.
E’ innegabile che una maggiore attenzione a queste problematiche consentirebbe un minor costo per l’amministrazione ed un maggiore beneficio per il cittadino malato.