(fonte www.focus.it) Domenica 17 aprile gli italiani sono chiamati a votare un referendum che, per la prima volta, non è stato richiesto attraverso una raccolta di firme da parte dei cittadini ma voluto dalle Regioni col sostegno di alcune associazioni ambientaliste. Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Liguria, Molise, Puglia, Sardegna e Veneto hanno ottenuto dallo Stato Italiano di porre agli elettori il seguente quesito:
2 – SÌ: CHE COSA SUCCEDE SE PASSA IL “SÌ”
Le concessioni attualmente attive non potranno essere rinnovate alla scadenza, anche se il giacimento non fosse esaurito. Se invece il referendum non raggiunge il quorum, oppure se passa il NO, le attuali norme non saranno modificate e le richieste di rinnovo delle concessioni saranno valuate secondo l’iter stabilito, ed eventualmente prorogate.
QUALI ARGOMENTI PRESENTA CHI SOSTIENE IL “NO”
Ridurre l’estrazione di idrocarburi dai nostri giacimenti comporta maggiori importazioni: oltre all’impatto sulla bilancia dei pagamenti, sul versante ambientale questo aumenterebbe il numero di petroliere che transitano nei nostri mari, con tutti i problemi di inquinamento che ciò comporta. In più, nel lungo periodo si perderebbero migliaia di posti di lavoro tra diretti e indotto.