CORONAVIRUS, IL BANCO E’ SALTATO.
Il nostro grido di allarmare lanciato a settembre è rimasto del tutto inascoltato, riletto oggi ha il gusto amaro di un dramma annunciato. Purtroppo è evidente che la situazione è chiaramente sfuggita di mano, nel silenzio delle istituzioni il cui maggior impegno è stata la campagna elettorale e l’apertura anticipata degli impianti di risalita, fatti poi chiudere in meno di 48 ore dal Governo. Oramai arrivano segnalazioni da ogni parte di attese di 7 giorni solo per fare il tampone, senza che parta il tracciamento, una settimana all’ausl, e nelle farmacie i test rapidi sono praticamente finiti. La medicina territoriale è saltata alla prima crescita di contagi, l’ospedale è praticamente intasato e l’unica reazione, chiaro esempio di un sistema allo sbando, è stata quella di alzare il costo dei tamponi da 65 euro ad 85 euro. I tamponi rapidi sono stati usati solo su alcune categorie, di test drive non se ne parla, e basta parlare con qualsiasi medico per capire che anche “l’umore delle truppe”, che ci hanno salvato alla prima ondata è a livelli bassissimi.
Mentre tutti gli indici ci danno come peggior regione d’Italia, come da conferenza stampa di stamane, si sta ancora discutendo dove mettere i pazienti, un piano che doveva essere pronto a Maggio e non analizzato di tutta fretta ad Ottobre. Chiediamo a questo punto che vengano resi pubblici i verbali dell’unità di Crisi.