La mega truffa dei “furbetti del gas”, così come li ha chiamati il Corriere della Sera, potrebbe avere conseguenze disastrose sulle bollette dei poveri consumatori, che rischiano di dover colmare un “buco”stimato inizialmente in 300 milioni, ma che ormai ammonta a circa 430 milioni.
La truffa risale a fine 2011, quando, in seguito all’apertura del mercato del gas, venne assegnato a Snam, il fornitore più grande, la gestione in modo neutrale della Borsa del gas, cui partecipano venditori e trader. Snam infatti, era l’unico soggetto che garantiva i volumi necessari per permettere ad aziende e grossisti l’acquisto di ingenti quantitativi di gas. Per prendervi parte e per evitare che l’attività si trasformasse in speculazione finanziaria, bisognava rilasciare delle garanzie. Tuttavia qualche azienda fa ricorso al Tar, vince la causa e le garanzie vengono meno. Ad inizio gennaio, in attesa che la situazione si ristabilisca, trascorrono un paio di mesi caratterizzati da assenza dell’obbligo di copertura. Ad approfittare di questo vuoto normativo entrano in scena alcuni operatori senza scrupoli che si fanno consegnare del gas dalla Snam, senza o con scarse garanzie, lo vendono e non pagano le fatture. Tra questi accade poi che qualcuno si rimetta in riga, altri avviino una transazione e altri ancora restino nell’ombra. Succede inoltre che, qualche sigla societaria appaia e scompaia nel giro di poco tempo, tanto che la Snam si vede costretta a chiudere i contratti di trasporto con le aziende inadempienti più “sospette”, tra le quali ad esempio la En Gas & Oil spa e la Demas Power Sa, società costituita a Lugano lo scorso giugno.
Ma intanto il “buco” stimato si aggira intorno ai 300 milioni, adesso lievitato a ben 430 milioni di mancati pagamenti, conditi soprattutto, da circa 30 milioni di euro frutto di false fideiussioni. Una frode che ha colpito in primis la Snam, poi le aziende in regola e infine rischia di travolgere i consumatori e le loro bollette, anche se il pericolo è stato più volte scongiurato sia dall’Autorità e sia dai soggetti interessati.
Intanto l’Autorità per l’energia, alla notizia dei primi scoperti ha già aperto un’indagine e ha lanciato un avvertimento alla Snam, la quale non avrà diritto ad alcun rimborso se non assumerà un ruolo attivo per arginare il fenomeno