Nutella e Coca-Cola, due pesi e due misure?

Nutella e Coca – Cola. Autorità italiane e quelle americane. Stessi i prodotti – venduti sia nel nostro Paese che oltre oceano – diversi i trattamenti. “Una lattina di Coca-Cola da 33 cl contiene un numero di calorie analoghe a quelle di un cucchiaio di Nutella. Inoltre nella Coca-Cola ci sono la caffeina, il caramello ed altri additivi alimentari di cui non si conosce l’esatta concentrazione”. Agostino Macrì, responsabile UNC per la sicurezza alimentare, non ha dubbi sul potere calorico della nota bevanda gassata eppure le Autorità italiane sembrano non accorgersene tanto che la richiesta di chiarimenti avanzata qualche mese fa dall’Associazione è rimasta lettera morta.Di tutt’altro tenore le prese di posizione in America dove Ferrero USA Inc, filiale statunitense dell’omonima multinazionale piemontese e produttrice della crema al cioccolato e nocciole più famosa del mondo, è stata condannata da un tribunale americano a pagare un risarcimento dioltre 3 milioni di dollari per una pubblicità «ingannevole» trasmessa negli Usa e che descrive la Nutella come un prodotto «nutriente» e «salutare».

“Pur esprimendo dunque apprezzamento per l’iniziativa che ha imposto alla Ferrero una maggiore chiarezza sulle proprietà nutritive della Nutella, rimaniamo seriamente perplessi sulla mancanza di serie iniziative dopo la nostra richiesta di chiarimenti sulla Coca-Cola: in particolare, nelle etichette viene indicato un solo tipo di caramello, mentre sembrerebbe probabile la presenza contemporanea di altri caramelli. Perciò -incalza Dona- già da tempo abbiamo richiesto sia all’ASSOBIBE sia al Ministero della Salute di chiarire quali controlli vengono effettuati per accertare la tipologia di caramello utilizzato e le quantità impiegate” scrive Macrì.

“Abbiamo inoltre segnalato l’ingannevolezza di alcuni messaggi pubblicitari della Cola laddove ne è sollecitato un consumo eccessivo anche durante i pasti: lo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) ha accolto le nostre istanze, ma è davvero giunta l’ora -conclude Dona- che ai nostri quesiti vengano date delle risposte concrete”.

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Protesi Pip, Parlamento UE chiede misure severe per evitare altri scandali

Un registro delle protesi al seno, controlli più severi, norme di tracciabilità dei prodotti e un sistema di autorizzazione prima dell’immissione sul mercato. Sono queste in sintesi le misure proposte dalla Commissione ambiente, salute pubblica e protezione dei consumatori del Parlamento Europeo per evitare che si verifichino altri scandali come quello delle protesi Pip, applicate a migliaia di donne in tutta Europa.

Si stima che l’azienda francese abbia venduto in tutto il mondo circa 400.000 impianti, utilizzati soprattutto in Regno Unito, Francia, Spagna e Germania; secondo uno studio pubblicato di recente dal Journal of Plastic, Reconstructive and Aesthetic Surgery, il rischio di rottura di queste protesi può arrivare fino al 33,8%.

La risoluzione, approvata all’unanimità dai deputati, sottolinea come lo scandalo delle Pip abbia messo in luce la debolezza dell’attuale sistema di certificazione e quello dei controlli effettuati dalle autorità nazionali competenti. Oltre che una mancanza di cooperazione a livello europeo e una mancanza di tracciabilità delle materie prime utilizzate per i dispositivi medici.

Per questo si invita la Commissione Europea a prendere delle misure appropriate, rafforzando i controlli e la tracciabilità dei prodotti, e creando un data base europeo che fornisca allo stesso tempo informazioni sui dispositivi medici disponibili sul mercato, registrazioni di operazioni economiche, vigilanza sul mercato e rilanci la certificazione CE.