Nutella e Coca-Cola, due pesi e due misure?

Nutella e Coca – Cola. Autorità italiane e quelle americane. Stessi i prodotti – venduti sia nel nostro Paese che oltre oceano – diversi i trattamenti. “Una lattina di Coca-Cola da 33 cl contiene un numero di calorie analoghe a quelle di un cucchiaio di Nutella. Inoltre nella Coca-Cola ci sono la caffeina, il caramello ed altri additivi alimentari di cui non si conosce l’esatta concentrazione”. Agostino Macrì, responsabile UNC per la sicurezza alimentare, non ha dubbi sul potere calorico della nota bevanda gassata eppure le Autorità italiane sembrano non accorgersene tanto che la richiesta di chiarimenti avanzata qualche mese fa dall’Associazione è rimasta lettera morta.Di tutt’altro tenore le prese di posizione in America dove Ferrero USA Inc, filiale statunitense dell’omonima multinazionale piemontese e produttrice della crema al cioccolato e nocciole più famosa del mondo, è stata condannata da un tribunale americano a pagare un risarcimento dioltre 3 milioni di dollari per una pubblicità «ingannevole» trasmessa negli Usa e che descrive la Nutella come un prodotto «nutriente» e «salutare».

“Pur esprimendo dunque apprezzamento per l’iniziativa che ha imposto alla Ferrero una maggiore chiarezza sulle proprietà nutritive della Nutella, rimaniamo seriamente perplessi sulla mancanza di serie iniziative dopo la nostra richiesta di chiarimenti sulla Coca-Cola: in particolare, nelle etichette viene indicato un solo tipo di caramello, mentre sembrerebbe probabile la presenza contemporanea di altri caramelli. Perciò -incalza Dona- già da tempo abbiamo richiesto sia all’ASSOBIBE sia al Ministero della Salute di chiarire quali controlli vengono effettuati per accertare la tipologia di caramello utilizzato e le quantità impiegate” scrive Macrì.

“Abbiamo inoltre segnalato l’ingannevolezza di alcuni messaggi pubblicitari della Cola laddove ne è sollecitato un consumo eccessivo anche durante i pasti: lo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) ha accolto le nostre istanze, ma è davvero giunta l’ora -conclude Dona- che ai nostri quesiti vengano date delle risposte concrete”.

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Controlli GdF e Agenzia Entrate su agriturismi: irregolare quasi il 30%

Quasi il 30% degli agriturismi controllati durante il ponte del primo maggio sono risultati irregolari. Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate hanno svolto controlli contro l’evasione fiscale in diverse strutture quali  bed & breakfast, resort, centri benessere e agriturismi in tutta Italia, e hanno trovato che il 28% degli esercizi che dichiaravano di svolgere attività agrituristica sono risultati irregolari.

Ben vengano i controlli su bed and breakfast, resort e centri benessere e altre strutture che si spacciano per agriturismi senza averne i necessari requisiti – ha detto Coldiretti di fronte ai risultati del blitz della Guardia di Finanza nel ponte del primo maggio contro l’abusivismo e gli esercizi che dichiarano falsamente di svolgere attività di agriturismo – Il termine agriturismo viene troppo spesso utilizzato a sproposito”.

L’associazione ricorda che, se negli anni è aumentata la vacanza “verde” e sono aumentati gli agriturismi, è parallelamente cresciuto il fenomeno dell’abusivismo. “Il vademecum della Coldiretti per la scelta della vacanza verde consiglia di verificare il possesso dell’autorizzazione comunale o dei relativi permessi per l’esercizio dell’attività agrituristica ed è preferibile scegliere gli agriturismi in cui il lavoro agricolo è visibile e dove l’accoglienza sia di tipo cordiale e curata direttamente dall’imprenditore agricolo o dalla sua famiglia”, spiega l’associazione.

I numeri di Coldiretti dicono che nel Nord Italia c’è il 45,3% delle aziende, seguono il Centro (34,1%) e il Mezzogiorno (20,6%).