Il Codacons Nazionale annuncia un esposto dopo la denuncia dell’autoritá sull’energia, in riferimento alla Robin Tax

Il Codacons annuncia un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in merito alla denuncia odierna dell’Autorita’ per l’energia elettrica ed il gas, che ha segnalato come molte imprese abbiano traslato sui consumatori la Robin tax, violando le disposizioni di legge.”Chiederemo alla Procura di aprire una indagine per fare luce sui sospetti dell’Autorita’ per l’energia – spiega il presidente Carlo Rienzi – e di verificare se vi siano violazioni o illeciti a danno degli utenti. Eventuali maggiori introiti legati alla violazione delle norme vigenti, configurerebbero infatti un ingiusto guadagno per le societa’ energetiche, e un chiaro danno economico per i consumatori.Non solo. Se sara’ accertato il trasferimento della Robin tax sulle famiglie attraverso i prezzi, vi saranno i presupposti per una class action promossa dal Codacons e finalizzata a far ottenere agli utenti il rimborso delle maggiori somme pagate, comprensive di interessii”

L’Autorità è tenuta per legge a svolgere l’attività di vigilanza in merito alla cosiddetta Robin Tax, vale a dire l’addizionale Ires imposta alle imprese energetiche nel giugno del 2008, non può essere “traslata” sui consumatori, e quindi né in bolletta né, per esempio, sulla benzina e il gasolio. La legge vieta infatti impone esplicitamente alle imprese ‘”di traslare l’onere della maggiorazione d’imposta sui prezzi al consumo” a affida proprio all’Autorità per l’energia elettrica e il gas il compito di vigilare ‘”sulla puntuale osservanza della disposizione’”. In parole povere, il sospetto è che venga infranto proprio il divieto di traslazione, con il quale si comporta “Uno svantaggio economico per i consumatori finali”. L’Autorità, che come chiarito dal Consiglio di Stato non dispone di poteri sanzionatori in questo campo, si spinge a calcolare l’ammontare dei margini teoricamente accumulati facendo leva anche sull’effetto prezzo. Nel secondo semestre 2010 per le aziende elettriche e del gas si tratta di una somma pari a circa 0,9 miliardi di euro in più rispetto al corrispondente periodo pre-tassa, mentre per quelle petrolifere la cifra e’ appena più bassa e pari a circa 0,7 miliardi di euro. In sostanza, i consumatori sarebbero stati ‘appesantiti’ di 1,6 miliardi di euro anche per “rientrare” della Robin Tax.

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Cala ancora la fiducia dei consumatori, ai minimi dal 1996!

A gennaio l’indice del clima di fiducia dei consumatori in base 2005=100 diminuisce a 84,6 da 85,7 di dicembre.

Registrano flessioni sia la componente riferita al clima personale (da 90,7 a 89,3), sia, in misura più lieve, quella relativa al clima economico generale (da 72,9 a 72,7).

Diminuiscono l’indicatore del clima corrente (da 91,4 a 90,9) e quello riferito alla situazione futura (da 78,0 a 77,1).

Peggiorano lievemente sia i giudizi sia le aspettative sulla situazione economica dell’Italia (da -133 a -135 e da -60 a -61 i relativi saldi). Aumentano le attese sulla disoccupazione (da 104 a 106 il saldo).

Anche le opinioni e le attese sulla situazione economica della famiglia peggiorano (da -74 a -79 e da -33 a-38 i rispettivi saldi). Il saldo dei giudizi sul bilancio familiare diminuisce (da -29 a -33). I giudizi sulle opportunità attuali di risparmio sono in peggioramento (da 136 a 130), mentre le possibilità future risultano stabili (-92). I pareri sull’opportunità all’acquisto di beni durevoli migliorano (da -110 a -106 il saldo).

Il saldo dei giudizi sull’evoluzione recente dei prezzi al consumo è in peggioramento (da 54 a 60). Le valutazioni sull’evoluzione nei prossimi dodici mesi indicano un peggioramento della dinamica inflazionistica (da 13 a 22 il saldo).

A livello territoriale, il clima di fiducia aumenta lievemente nel Nord-ovest, mentre diminuisce nel Nord-est, al Centro e nel Mezzogiorno.

(fonte ISTAT)

Piombo nei cartoni della pizza, scattata l’allerta in Valle d’Aosta

(www.aostasera.it) Lavoro intenso nei giorni scorsi per il Dipartimento igiene degli alimenti dell’Azienda Usl valdostana. In due lotti di cartoni della pizza, prodotti da un’azienda di Vigevano e distribuiti dal Caseificio valdostano, è stato infatti trovato del piombo ed è cosi scattato il ritiro. Il 18 gennaio scorso sono state interessate dal provvedimento una trentina di pizzerie in tutta la regione.

La motivazione del ritiro è legata al rischio chimico di contaminazione alimentare. I tecnici avrebbero infatti trovato una presenza eccessiva di piombo nella cellulosa utilizzata per la fabbricazione dei cartoni per pizze e calzoni.

Il cartone utilizzato per il trasporto di alimenti umidi, come è il caso della pizza, per legge deve essere prodotto con pura cellulosa vergine. I controlli effettuati in Italia, in questi anni, hanno messo in luce prodotti non a norma, ricavati da carta riciclata.Le alte temperature a cui infatti viene esposta la carta riciclata comporta il rilascio di sostanze come il piombo e altri composti tossici.

Cordoglio del Codacons per la scomparsa di Fonte Rivana.

Nella notte del 27 gennaio alle ore 03,00  ha cessato di vivere la nostra affezzionatissima Fonte Rivana, associata da diversi anni,  nonché consigliera della sede di Ivrea, e volontaria della sede di Aosta.

La celebrazione  delle esequie sono previste per domani alle ore 14,30 presso la  chiesa di St Stefano – a 100 metri dalla ns sede -via Martinet a destra -.

Fumata nera tra associazioni dei consumatori e le società di energia elettrica locali.

Le associazioni dei consumatori Adiconsum, Adoc, Avcu, Codacons e Federconsumatori, dopo due incontri avuti con i responsabili di CVA e Vallenergie, prendono atto di una loro generica volontà di collaborazione che non prevede ancora la sottoscrizione di un’ufficiale procedura di reclamo e
conciliazione, come già in essere con tutte le altre Società che forniscono energia elettrica, presenti sul mercato.
La situazione di criticità che riguarda soprattutto le utenze gestite da Vallenergie, con bollette che, a distanza di anni, arrivano ancora in ritardo, con consumi in molti casi calcolati come stimati sebbene presenti i contatori elettronici, e ancora, indirizzi di utenti sbagliati etcc.
Problemi, naturalmente, che non dipendono dalla professionalità delle maestranze ma, dal processo di applicazione della Legge Bersani che vede Vallenergie operare su disposizioni di Deval in maniera automatica e, ci permettiamo di dire, subordinata a Deval stessa.
I continui disagi che colpiscono in particolare gli utenti di Vallenergie avrebbero dovuto indurre CVA e Vallenergie , a rendere concreti degli accordi con le Associazioni dei consumatori presenti sul territorio, con l’intento di evitare ulteriori contenziosi.
Nel corso delle due riunioni è emersa, a nostro parere, una sorta di preclusione oggettiva nei confronti delle Associazioni dei Consumatori; preclusione legittima ma anomala in un mondo del consumo nel quale la firma di protocolli d’intesa tra i soggetti operanti è ormai regola.