Telecom Italia e il nuovo tranello

L’Antitrust ha sanzionato con 115mila euro la società Telecom per l’offerta Tim Tutto Compreso 30 per la violazione degli articoli 20, 22, comma 1, 24 e 25 del Codice del Consumo, in quanto l’offerta è stata posta in essere “secondo modalità contrarie alla diligenza professionale e idonee a limitare considerevolmente, o addirittura escludere, la libertà di scelta o di comportamento del consumatore medio”. L’ammontare della sanzione in realtà è stato decurtato di 10mila euro in quanto il gestore ha tenuto un comportamento collaborativo adottanto una serie di misure a favore dei consumatori volte ad affrontare le problematiche oggetto di contestazione.

Qual era l’offerta?

Nell’offerta “Tutto Compreso 30” è prevista una tariffa di importo contenuto per la navigazione wap effettuata entro specifiche soglie di traffico dati in un arco temporale determinato, oltre il quale, però, le tariffe applicate risultano estremamente onerose.

Con un  canone mensile di 30 euro e un contratto minimo da 24 mesi si poteva usufruire di:

a) un telefono cellulare da scegliere tra una lista predefinita di modelli;

b) 250 minuti di chiamate gratuite nazionali verso tutti i numeri di rete fissa e mobili senza scatto alla risposta;

c) 100 SMS verso tutti i numeri nazionali di rete mobile e verso i numeri di rete fissa di Telecom;

d) 10 ore di traffico dati navigazione sulla rete World Wide Web (apn ibox.tim.it) e per consultare la casella di posta utilizzando il telefonino come modem, da consumare nel mese solare; 1 giga byte (GB) di traffico dati per navigazione wap (apn wap.tim.it) direttamente sul telefonino senza costi all’accesso da consumare nel mese solare (c.d. bundle). Il bundle di 1 GB si rinnovava automaticamente all’inizio di ciascun mese e, in caso di esaurimento prima della fine del mese, per il traffico wap over bundle sarebbe stata applicata una tariffa a consumo pari a € 0,04/KB, secondo quanto previsto dal profilo di base.

Dove sta il problema.

L’Autorità ha constatato la mancata previsione di adeguati sistemi di informazione e di controllo a favore dei consumatori.

Questo significa che gli utenti non riuscivano a monitorare il traffico dati e quindi rendersi conto del superamento del bundle (la soglia oltre il quale la tariffa diventa particolarmente onerosa) e vedendosi addebitare così importi estremamente elevati per servizi usati in maniera inconsapevole.

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ISTAT: REDDITI FAMIGLIE CALO 2,8% IN 2009, PEGGIO DA ’90

Secondo i dati resi noti oggi dall’Istat, nel 2009 il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è diminuito del 2,8% rispetto allo stesso periodo del 2008, mentre la spesa si è contratta dell’1,9%. Inoltre il potere d’acquisto delle famiglie è diminuito dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e del 2,6% su base annua.
Per il Codacons si tratta di dati che confermano per l’ennesima volta che il Governo non ha saputo e voluto difendere il potere d’acquisto delle famiglie ed il reddito disponibile e la capacità di spesa degli italiani. Le conseguenze di questa politica sconsiderata sono consumi finali in tracollo, Pil pari a quello dell’Italia sotto i bombardamenti, cassaintegrati da record, disavanzo primario pari a quello degli anni di Tangentopoli.
In questo modo l’Italia ha aggravato ulteriormente i fondamentali della sua economia già messi a dura prova dalla crisi internazionale e, se non ci sarà una immediata inversione di tendenza, perderà il treno della ripresa, retrocedendo rispetto alla posizione internazionale che occupava prima dello scoppio della recessione mondiale.
Per questo il Codacons rilancia le sue inascoltate 20 proposte. Eccone 10:

  1. social card doppia da 80 euro al mese e per 4,6 milioni di famiglie
  2. incentivi pari al 30% del costo dell’elettrodomestico, senza tetti, per tutti i tipi di elettrodomestici ed indipendentemente dalla classe energetica
  3. riduzione Iva dei prodotti alimentari e del gas
  4. possibilità di sospendere il pagamento del mutuo per tutti e per 18 mesi
  5. eliminazione degli “extra-costi’ dalle bollette elettriche
  6. doppio prezzo (ingrosso e dettaglio)
  7. vendite sottocosto libere
  8. orari liberi dei negozi
  9. definizione del “prezzo anomalo’
  10. rafforzamento sanzioni Antitrust.