Il Governo tenta nuovamente di cancellare i diritti degli utenti e dei consumatori attraverso decreti retroattivi. L’ennesimo provvedimento ‘interpretativo’ è inserito quale emendamento nel c.d. ‘decreto incentivi’: con esso si stabilisce per legge che qualora l’ente gestore del servizio di smaltimento rifiuti abbia fatturato, sbagliando, direttamente all’utente un importo maggiorato di IVA, comunque l’utente non potrà agire per recuperare l’indebito, perché l’IVA deve essere considerata una quota della Tariffa di Igiene Ambientale o della Tariffa Integrata Ambientale!
Si tratta dell’ennesimo colpo di spugna a danno degli utenti per preservare le casse dei Comuni e delle società gestrici del servizio – afferma il Codacons, prima associazione che ha avviato in Italia i ricorsi per la restituzione dell’Iva pagata sulla tassa rifiuti – Già con il canone di depurazione il Governo, nel silenzio più assoluto, aveva cancellato il diritto degli utenti a chiedere indietro la quota pagata negli ultimi dieci anni nel caso in cui il depuratore non esistesse o non fosse in funzione. La Cassazione, in quel caso, avevano affermato che, essendo il canone di depurazione un corrispettivo di un servizio, era illegale richiederne il pagamento in assenza del servizio: il Governo disse che il principio era giusto, che era giusto restituire le somme, ma non nel caso in cui esistesse un progetto esecutivo per la costruzione del depuratore!
Insomma – siccome quasi tutti i Comuni hanno un progetto, ma non rendono il servizio perché di fatto il depuratore non esiste – quasi nessuno potrebbe più agire, anche se paga un servizio che non ottiene!
“Non lasceremo al Governo e al deputato del Pdl e assessore al Bilancio di Roma, Maurizio Leo, la possibilità di cancellare i diritti degli utenti a colpi di decreto – afferma Carlo Rienzi, presidente Codacons – ma proseguiremo ad assistere i cittadini nelle cause per il recupero dell’IVA, sollevando la questione di costituzionalità del decreto del 22 aprile, che di fatto elude il giudicato della Consulta”.
Comunicato Stampa
Proposta: patente a 16 anni per guidare le Minicar
Ultimamente sono finiti sotto i riflettori gli incidenti che hanno visto coinvolte le minicar, se non altro a causa della loro alta mortalità.
Il Codacons quindi lancia una proposta: rendere obbligatoria la patente a 16 anni come negli USA rivoluzionando così il settore dei trasporti e con la speranza di poter garantire maggiore sicurezza sulle strade.
Quello che spesso si dimentica è che “le minicar sono automobili a tutti gli effetti e i giovali li guidano pur non avendo le indispensabili conoscenze teoriche e pratiche derivanti dall’esame di guida per il rilascio della normale patente. Ciò si riflette negativamente sul fronte della sicurezza stradale, come testimoniano i dati diffusi in questi giorni e gli ultimi incidenti” spiega l’avv. Carlo Rienzi, presidente del Codacons.
“Senza contare – prosegue Rienzi – che gli automobilisti cui viene ritirata la patente per gravi violazioni al Codice della Strada, possono tornare di nuovo alla guida utilizzando l’escamotage delle minicar, essendo obbligatorio solo il patentino’.