ALIMENTARE: DUBBI DEL CODACONS SU ACETO VENDUTO IN BOTTIGLIE DI PLASTICA

L’ASSOCIAZIONE CHIEDE CHIARIMENTI AL MINISTERO DELLA SALUTE E A QUELLO PER LE POLITICHE AGRICOLE

Il Codacons ha presentato oggi una istanza al Ministero della Salute e  quello delle Politiche Agricole in merito alla recente commercializzazione in Italia di aceto venduto in confezioni di plastica.
“Numerose segnalazioni giunte all’associazione evidenziano dubbi e paure dei consumatori in merito alla messa in commercio di aceto in bottiglie di plastica – scrive il Codacons nell’istanza – I dubbi e le richieste dei consumatori, già spaventati e provati dalla nota vicenda della pericolosità dei biberon in materiale plastico, sono relative al fatto che, essendo l’aceto con un PH elevato, lo stesso a contatto con il PET possa sviluppare tossicità dannose alla salute. Ciò tenendo conto anche del fatto che una volta aperta la bottiglia, l’aceto non si consuma tutto in un breve tempo, e spesso il prodotto viene esposto alla luce ed al calore delle cucine per diverso tempo. Il dubbio, quindi, è che la bottiglia di plastica  possa  causare, in sinergia con l’aceto, danni alla salute a seguito del contatto aceto-plastica- ossigeno”.
Il D.P.R. N. 162 del 12.02.1962 – spiega l’associazione – all’art 28 espressamente prevede che: ”I mosti, i vini, i vini speciali e gli aceti devono essere posti in commercio per il consumo diretto in recipienti di vetro, di terraglia, di ceramica, di porcellana, di legno o altro materiale riconosciuto idoneo con decreto del Ministro per l’agricoltura e le foreste, di concerto con quello per la Sanità”. Vogliamo quindi sapere se la commercializzazione dell’aceto in bottiglie di plastica sia stata autorizzata dai due ministeri, e quali garanzie di sicurezza siano state assicurate ai consumatori.

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FISCO: SANGALLI, IVA CAPORETTO FAMIGLIE E IMPRESE

CODACONS: CONSUMI ALIMENTARI PRO CAPITE COME NEL 1979

SE IVA AUMENTA DI UN PUNTO STANGATA DA 324 EURO PER UNA FAMIGLIA DI 3 PERSONE
Secondo i dati resi noti oggi dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, gli aumenti Iva tra il 2011 ed il 2014 rischiano di tradursi in minori consumi reali per circa 38 miliardi. Per le manovre correttive il Pil procapite nel 2012 tornerà ai livelli del 1999 ed i consumi delle famiglie italiane faranno un balzo indietro di quasi 15 anni, ai livelli del 1998.
Per il Codacons si tratta di previsioni drammatiche ed inquietanti ma purtroppo assolutamente realistiche. Per l’associazione di consumatori se i consumi delle famiglie torneranno ai livelli del 1998, i consumi alimentari pro capite nel 2012 scenderanno ai livelli del 1979, con un salto nel passato addirittura doppio, pari a 33 anni.
Anche rispetto all’aumento dell’Iva, il Codacons condivide la definizione di “Caporetto” delle famiglie utilizzata da Sangalli. Infatti, se anche il Governo decidesse, grazie alla spending review, di ridurre l’aumento dell’Iva ad un solo punto percentuale, dal 21 al 22% e dal 10 all’11%, si tratterebbe pur sempre, in assenza di arrotondamenti dei prezzi e di fenomeni speculativi,  di una stangata pari, come minimo, a 324 euro per una famiglia di 3 persone e a 433 euro per una di 4, soldi che le famiglie certo non hanno, dato che solo un terzo degli  italiani, dopo le varie manovre, riesce ad arrivare alla fine del mese senza problemi.
Inoltre, come dimostrano gli ultimi dati sul gettito Iva, con un calo di 2,903 miliardi rispetto alle previsioni del Governo relativamente al primo quadrimestre 2012, le troppe tasse indirette sul consumo avranno solo un ulteriore impatto recessivo a danno della tanto auspicata, ma mai cercata, crescita.