BOLLETE OGNI 28 GIORNI? LE COMPAGNIE TELEFONICHE IGNORANO LE DELIBERE AGCOM

(dal Nazionale) La fatturazione a 28 giorni (anziché a cadenza mensile) rappresenta una delle problematiche più inaccettabili, e indigeste, per i cittadini. Gli operatori telefonici hanno cominciato a introdurre la fatturazione a 28 giorni già nel corso del 2015, ma neanche le sanzioni comminate dall’Antitrust alle 3 principali compagnie attive nel mercato italiano sono bastate: peccato che in questo modo i mesi diventino 13, e così crescano a dismisura i costi per i cittadini/utenti.

A mettere un punto ci ha pensato l’Agcom, che con la delibera 121/17/CONS ha stabilito la fatturazione mensile sui contratti di telefonia fissa, Adsl e fibra, vietando quella a 28 giorni: all’interno della pronuncia, si legge infatti che “Si ritiene opportuno, confermando anche in questo caso l’opzione sottoposta a consultazione pubblica, prevedere un parametro temporale certo per il rinnovo delle offerte/fatturazione, che renda effettiva la libertà di scelta degli utenti e consenta anche un agevole controllo dei consumi e della spesa, individuato su base mensile o suoi multipli”. La delibera incide anche sulle offerte ibride (fisse-mobili).

Le ragioni dell’Agcom sono basate innanzitutto sull’evidenza: questa modifica contrattuale, applicata nei confronti di tutti gli utenti, equivale a un rincaro di circa l’8,6 per cento dei prezzi annuali. In questo modo, come ovvio, si va a ledere la trasparenza delle tariffe: principio cardine per una sana concorrenza.

La speranza che vengano sanzionate a questo punto le compagnie telefoniche in maniera molto dura.

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SALDI ESTIVI: 1 LUGLIO PARTONO GLI SCONTI, MA NON CI SARA’ CORSA ALL’ACQUISTO. LE VENDITE SARANNO IN LINEA CON LO SCORSO ANNO ECCO LE REGOLE PER FARE ACQUISTI SICURI ED EVITARE FREGATURE

 

Come ogni anno,  il Codacons mette in guardia i consumatori da possibili fregature, e diffonde i consigli utili per fare acquisti in sicurezza durante i saldi:

  1. Conservate sempre lo scontrino: non è vero che i capi in svendita non si possono cambiare. Il negoziante è obbligato a sostituire l’articolo difettoso anche se dichiara che i capi in saldo non si possono cambiare. Se il cambio non è possibile, ad es. perché il prodotto è finito, avete diritto alla restituzione dei soldi (non ad un buono). Avete due mesi di tempo, non 7 o 8 giorni, per denunciare il difetto.
  2. Le vendite devono essere realmente di fine stagione: la merce posta in vendita sotto la voce “Saldo” deve essere l’avanzo di quella della stagione che sta finendo e non fondi di magazzino.
  3. 3. Nei giorni che precedono i saldi andate nei negozi a cercare quello che vi interessa, segnandovi il prezzo; potrete così verificare l’effettività dello sconto praticato ed andrete a colpo sicuro, evitando inutili code.
  4. Consigli per gli acquisti. Cercate di avere le idee chiare sulle spese da fare prima di entrare in negozio. Valutate la bontà dell’articolo guardando l’etichetta che descrive la composizione del capo d’abbigliamento (le fibre naturali ad esempio costano di più delle sintetiche). Diffidate dei marchi molto simili a quelli noti.
  5. 5. Diffidate degli sconti superiori al 50%, spesso nascondono merce non proprio nuova, o prezzi vecchi falsi. Un commerciante, salvo nell’Alta moda, non può avere, infatti, ricarichi così alti e dovrebbe vendere sottocosto.
  6. Servitevi preferibilmente nei negozi di fiducia o acquistate merce della quale conoscete già il prezzo o la qualità in modo da poter valutare liberamente e autonomamente la convenienza dell’acquisto.
  7. Negozi e vetrine. Non acquistate nei negozi che non espongono il cartellino che indica il vecchio prezzo, quello nuovo ed il valore percentuale dello sconto applicato. Il prezzo deve essere inoltre

esposto in modo chiaro e ben leggibile. Controllate che fra la merce in saldo non ce ne sia di nuova a prezzo pieno. La merce in saldo deve essere separata in modo chiaro dalla “nuova”. Diffidate delle vetrine coperte da manifesti che non vi consentono di vedere la merce.

  1. Prova dei capi: non c’è l’obbligo. È rimesso alla discrezionalità del negoziante. Il consiglio è di diffidare dei capi di abbigliamento che possono essere solo guardati.
  2. Pagamenti. Nei negozi che espongono in vetrina l’adesivo della carta di credito o del bancomat, il commerciante è obbligato ad accettare queste forme di pagamento anche per i saldi, senza oneri aggiuntivi.
  3. 10. Se pensate di avere preso una fregatura rivolgetevi al Codacons, oppure chiamate i vigili urbani.

 

 

                                                                                                      CODACONS VDA

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